“Dall’Italia al Guatemala abbiamo piantato più di 650mila alberi in tre anni”

“Dall’Italia al Guatemala abbiamo piantato più di 650mila alberi in tre anni”


“Gli alberi sono il nostro cavallo di Troia. Perché un albero non è solo un albero: certo, gioca un ruolo fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico e nella ricostruzione degli ecosistemi, ma nelle comunità rurali è anche sostegno economico, sicurezza alimentare, strumento per imparare a gestire la terra in maniera sostenibile. Un albero è un impatto sociale positivo e duraturo“. Andrea Pesce spiega così il perché ha fatto degli alberi il suo lavoro e con la sua zeroCO2, azienda che si occupa di riforestazione etica e sostegno alle popolazioni, da fine 2019 ne ha piantati oltre 650mila, soprattutto in Guatemala.

Il sogno di Andrea non ha sempre avuto chiome, tronchi e radici come protagonisti. Pesce ha 28 anni ed è cittadino del mondo. È nato a Torino, cresciuto a Roma ed è un gran conoscitore di Cuba, che frequenta con la sua famiglia da quando ha 5 anni. Ha provato a imparare l’inglese a Londra per poi andare a fare il cooperante in Etiopia. “Nel Tigray – ricorda – ho imparato quanto l’istruzione e la formazione siano importanti. Un nuovo ospedale non basta a curare le centinaia di migliaia di bambini che ne hanno bisogno se poi ci sono solo 15 pediatri”. La formazione è diventata la sua prima passione. Ha studiato relazioni internazionali a Bologna, Madrid e Buenos Aires e con progetti di innovazione scolastica ha lavorato a Bruxelles e in Guatemala.

È qui che ha avuto l’illuminazione. “Avevo 24 anni – racconta – e gestivo un progetto nelle scuole rurali della regione del Petén. Ho incontrato Virgilio Galicia, un maestro. Ogni giorno andavamo nel suo campo a controllare la sua pianta di lime. Sperava sarebbe cresciuta in breve tempo per poter avere quei frutti che costavano troppo e non poteva permettersi al mercato”. In uno Stato che ha perso il 20% della sue foreste a causa di monoculture e allevamenti intensivi e dove i contadini svendono i loro terreni per poter emigrare, un albero da frutto è in grado di fare la differenza. “Vedi chi ne possiede uno, lo riconosci: ha una macchina, che in queste zone del Guatemala è simbolo di ricchezza, e un corpo più sano, perché non mangia solo mais e fagioli ma ha un’alimentazione più varia”.

Virgilio Galicia e Andrea Pesce, cofondatori di zeroCO2

Virgilio Galicia e Andrea Pesce, cofondatori di zeroCO2 

Allora perché non aiutare la comunità a piantarne e prendersene cura? Con una formazione continua fornita dagli esperti locali sui metodi di manutenzione sostenibile degli impianti e sulla progettazione di sistemi agroforestali misti. “Così Virgilio e io abbiamo fondato zeroCO2, un’azienda che permette ai clienti di piantare, adottare o regalare un albero, che viene donato a famiglie contadine locali, contribuendo al loro benessere economico e alimentare. Abbiamo messo in piedi un vivaio nel Petén che durante i mesi più duri della pandemia ha assicurato lavoro alla comunità locale. E oggi siamo un team di 25 persone che opera anche in Patagonia argentina, Perù, Tanzania e Italia. Stiamo per allargarci anche al Portogallo e contiamo di avere due nuove regioni entro il 2023. Anche se io spero prima”, ammette Andrea.

Gli alberi, acquistabili sul sito e tracciabili dal vivaio alla piantumazione, sono autoctoni e vengono scelti accuratamente in base alle necessità locali, in un’ottica di rigenerazione del suolo e recupero della biodiversità, oltre che per l’indotto economico che la loro cura e la lavorazione dei frutti e del legname può portare. Anche in Italia il progetto è ben avviato grazie alla collaborazione con 45 cooperative agricole e sociali che reinseriscono nel mondo del lavoro ex tossicodipendenti, ex detenuti, migranti e donne vittime di violenza. Al largo di Golfo Aranci, in Sardegna, è partito anche un progetto di riforestazione di posidonia, il polmone del mar Mediterraneo.

Grazie all’impegno del team, zeroCO2 nel 2021 ha ricevuto il riconoscimento B Corps con un punteggio di 134.3 su 200. È cioè un’impresa che soddisfa più alti standard di prestazioni sociali e ambientali, trasparenza e responsabilità, bilanciando profitto e scopo. E oggi è tra le migliori B Corps al mondo e per il mondo nel settore della governace, si è cioè posizionata nel primo 5% di tutte le B Corps delle stesse dimensioni. “Il che fa sorridere. Visto che piantiamo alberi forse saremmo dovuti rientrare nella categoria environment, ma questo significa tanto per noi”, spiega Andrea. “Perché è stato riconosciuto il valore del nostro modello di lavoro: generare sempre un impatto positivo là dove operiamo con progetti a lungo termine e mai spot, grazie a un team che per natura pensa prima all’impatto e poi all’aspetto economico di un’idea”.

La comunità locale pinata gli alberi di zeroCO2

La comunità locale pinata gli alberi di zeroCO2 

Non da ultimo è stato riconosciuto anche il valore della trasparenza: “Grazie al nostro sistema di tracciamento siamo un grado di dare contezza ai nostri clienti di come usiamo i loro soldi. E chiunque sia interessato a noi può scoprire sul nostro sito, in maniera chiara e semplice, cosa facciamo e come lo facciamo. Perché non siamo e non siamo mai stati un’impresa commerciale. Volevamo creare impatto sul lungo periodo e abbiamo trovato negli alberi un modo per farlo“.



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[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-07-13 12:03:01 ,

www.repubblica.it

[email protected] (Redazione di Green and Blue) , 2022-07-13 12:03:01 ,
Il post dal titolo: “Dall’Italia al Guatemala abbiamo piantato più di 650mila alberi in tre anni” scitto da [email protected] (Redazione di Green and Blue) il 2022-07-13 12:03:01 , è apparso sul quotidiano online Repubblica.it > Green and blue

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